Le teste che non rotolano

Unisciti alle comunità di Le Alternative: Logo di Feddit Logo di Signal Logo di SimpleX Chat Logo di Telegram Logo di Matrix Logo di WhatsApp

Le teste che non rotolano

L'ultimo aggiornamento di questo post è di 2 anni fa

Gli articoli di Cassandra Crossing sono sotto licenza CC BY-SA 4.0 | Cassandra Crossing è una rubrica creata da Marco Calamari col “nom de plume” di Cassandra, nata nel 2005.

Dopo la giornata disastrosa di Sogei, Cassandra si interroga sul futuro (informatico) del Belpaese: possibile che quando si parla di informatica non interessi mai niente a nessuno e non esista mai un colpevole?

Questo articolo è stato scritto il 3 aprile 2022 da Cassandra

Cassandra Crossing 499/ Le teste che non rotolano

Una tempesta perfetta ha colpito i sistemi informatici della PP.AA.; perché tutto tace e non ci sono conseguenze?

Il 30 marzo una tempesta perfetta ha colpito l’informatica pubblica italiana. Una serie di servizi informatici vitali sono diventati improvvisamente indisponibili, e questo ha provocato lo stop totale di servizi al pubblico essenziali.

In tutta Italia le farmacie non potevano accedere alle ricette elettroniche e dispensare farmaci, tutte le aziende non potevano fatturare, il CERT che monitora e gestisce la risposta agli incidenti informatici non poteva operare, il gioco elettronico in tutte le sue deleterie incarnazioni era bloccato, i servizi dell’Agenzia delle Entrate erano tutti fermi e tutte le aziende italiane non potevano rispettare gli adempimenti fiscali, dogane e monopoli avevano i sistemi bloccati, le tessere sanitarie non funzionavano, i green pass non potevano essere emessi e verificati e le pubblicizzatissime app pubbliche IO ed Immuni non funzionavano.

L’elenco potrebbe continuare e non è completo, ma l’incidente è stato di portata così vasta che anche la sua estensione esatta è difficile da determinare. Di certo servizi essenziali come le farmacie sono stati bloccati per un giorno e mezzo, ma le conseguenze per i responsabili di questa situazione non si sono per ora manifestate.

Perché?

Riavvolgiamo il film e ripartiamo dall’inizio. Cosa è successo?

Secondo alcune indiscrezioni, poi confermate in linea di massima da stentate dichiarazioni ufficiali, nel datacenter romano di Sogei, storica e grandissima società interamente pubblica, che da sempre gestisce buona parte dell’informatica delle pubbliche amministrazioni, si è verificato un brevissimo calo di tensione (Acea, la società elettrica romana responsabile della fornitura al datacenter, parla di un secondo di durata).

Cali di tensione di questa entità sono previsti a livello contrattuale e di livelli di servizio, quindi sono dei “non-eventi”; non è successo niente di anormale.

Ma il calo di tensione ha fatto scattare gli interruttori differenziali che proteggono alcuni sistemi di rete vitali, che, facendo il loro mestiere, hanno interrotto l’alimentazione, e questo ha isolato completamente i server, pur funzionanti, del datacenter.

Il problema comincia adesso; i tecnici hanno tentato di riarmare le protezioni, ma non ci sono riusciti. I dettagli non sono noti, ma per ridare tensione ai sistemi di rete isolati e far ripartire tutti i servizi ci sono voluti tempi lunghissimi, biblici, anche di 36 ore.

Ora definire “tempesta perfetta” un evento del genere è riduttivo. Eventi di questa grandezza semplicemente non possono e non devono succedere. Perché?

Perché infrastrutture critiche di questa dimensione devono assolutamente essere progettate e realizzate con meccanismi di ridondanza e di decentralizzazione atti a garantire in maniera assoluta che tutti i servizi, magari con prestazioni degradate, continuino ad essere disponibili.

E se un oggetto tutto sommato semplice come il sistema elettrico di alimentazione non riesce a reagire nemmeno ad un “non problema” … da qualche parte c’è un grosso problema!

E se fosse mancata davvero e completamente la corrente? Allora cosa sarebbe successo? Esistono opportuni gruppi di continuità? Vengono testati e verificati periodicamente, come negli ospedali e nelle centrali nucleari?

Lo stato italiano (quindi tutti noi) paga molti soldi a Sogei perché i servizi vengano erogati tramite infrastrutture informatiche progettate proprio per queste situazioni.
Si tratta di architetture assai più complesse e costose del normale ma che sono ben note e consolidate, che si sa perfettamente come realizzare, che sono, tra l’altro, obblighi contrattuali e di legge.

Queste architetture devono e sono sempre periodicamente ed estesamente testate per verificare che tutti i meccanismi di sicurezza e recupero funzionino perfettamente.
Esistono normative e best practice per tutti questi aspetti; test periodici e verifiche a caccia di problemi o di errori di progetto dell’infrastruttura sono la norma.

Ora, se veramente una batteria di interruttori differenziali può mettere in ginocchio per un giorno e mezzo l’informatica pubblica in Italia, almeno i test periodici sono errati, incompleti od omessi, nulla di tutto questo è stato garantito e le responsabilità tecniche e manageriali sono evidentemente enormi.

Allora perché la notizia è apparsa come una meteora sui media ed altrettanto rapidamente è sparita?

Perché non veniamo aggiornati quotidianamente sulle indagini volte a determinare le cause e le responsabilità di questo “impossibile” ed inconcepibile evento?

Se sistema di verifica della sicurezza e disponibilità degli impianti non era adeguato o comunque ha fallito in pieno la sua missione, perché tra i ruoli manageriali e tecnici responsabili non ci sono teste che rotolano? La meritocrazia sarà forse opzionale, ma la “demeritocrazia” è essenziale al buon funzionamento di qualsiasi organizzazione.

Non è compito di Cassandra, che non dispone di informazioni adeguate sulla situazione e sugli eventi, spiegare il perché; il suo ruolo di profetessa stavolta la limita a descrivere gli eventi già avvenuti ed a prevedere genericamente un futuro cupo per un paese che non sa garantire a sé stesso ed ai propri cittadini queste prestazioni minime.

Ma Cassandra sa identificare perfettamente una delle ragioni per cui ci troviamo in questa situazione; perché i cittadini di un paese che pretende di essere tra i Grandi, pur colpiti da gravi disservizi che semplicemente non devono avvenire mai, non afferrano, metaforicamente, i forconi e cominciano a ricercare e pungolare i responsabili.

Anche in questo caso, proprio loro, i principali danneggiati, si fanno “complici” del velo che ha coperto tutta la faccenda, ed ancora una volta si rassegnano, sperando che non ricapiti, od almeno non a loro

Fino alla prossima volta…

Marco Calamari

Scrivere a Cassandra — Twitter — Mastodon
Videorubrica “Quattro chiacchiere con Cassandra”
Lo Slog (Static Blog) di Cassandra
L’archivio di Cassandra: scuola, formazione e pensiero

Se l'articolo ti è piaciuto puoi parlarne su Feddit. Feddit fa parte del Fediverso, interagisci con Mastodon, Friendica o altre realtà del Fediverso!!

Unisciti alle comunità

Logo di Feddit Logo di Signal Logo di SimpleX Chat Logo di Telegram Logo di Matrix Logo di WhatsApp


Se hai trovato errori nell'articolo puoi segnalarli cliccando qui, grazie!